È più digeribile la pasta al dente o troppo cotta?
Gli elementi principali che costituiscono la pasta sono il glutine e l'amido. Il glutine, presente tra i vari granuli di amido, va a comporre una specie di reticolo omogeneo e, in fase di cottura, l'acqua viene assorbita dall'amido che assume una forma più gonfia.
Tale gonfiore finisce per esplodere liberando il contenuto dell'amido, mentre il glutine cerca di trattenere i granuli compatti. Il tutto avviene all'incirca nello stesso momento, quindi va a generarsi una sorta di competizione tra i due elementi, che inevitabilmente cercano di prevaricare l'uno sull'altro.
La migliore qualità di pasta non è quella caratterizzata da una vittoria dell'amido, bensì è quella in cui il glutine riesce ad impedire all'amido di assorbire e trattenere quanta più acqua possibile. Questo consente di garantire sia un miglior sapore, sia anche una migliore consistenza della pietanza. Altro vantaggio di una cottura al dente risiede nel fatto che soltanto in questo modo è possibile mantenere intatte tutte le proprietà nutritive dell'alimento, evitando che vadano a perdersi nell'acqua di cottura.
A seguito di tutto questo è semplice comprendere come una pasta troppo cotta imponga una digestione decisamente più lunga. Ciò deriva dalla creazione di amidi collosi, che ostacolano gli enzimi digestivi nella loro corsa verso il centro dell'alimento. Esso, infatti, per potersi considerare altamente digeribile, deve essere raggiunto in tutte le sue parti, fino al fulcro più interno.
Al contrario, anche quando ci si trova dinanzi ad un piatto di pasta troppo cruda i problemi non mancano: così facendo si impedisce all'interno di cuore nel modo corretto, creando altre problematiche ai succhi digestivi, impossibilitati ad arrivare all'amido.
Se qualcuno dovesse dunque chiedervi se è più digeribile la pasta al dente o troppo cotta, cercate di consigliare sempre una cottura media, che non ecceda né da un lato né dall'altro. E ricordatevi: mai esagerare con quantità e condimenti!