La bufala del Kamut
La consapevolezza del consumatore è fondamentale, così come la sua informazione; sono questi infatti, gli unici antidoti a nostra disposizione per evitare di essere raggirati dalle pubblicità ingannevoli, che spesso ci inducono ad acquistare prodotti, decantandone esageratamente le esigue e spesso ingigantite qualità.
Uno dei casi più eclatanti in tal senso è costituito dall’epopea del cereale Kamut, di cui cercheremo rapidamente di ricostruire la storia. La parola Kamut dovrebbe significare in grano in egiziano antico, ed è quindi subito evidente l’associazione mentale che il nome stesso ci suggerisce.
Kamut, il grano dei faraoni, quasi potessimo davvero mangiare lo stesso cereale che alimentava i faraoni egizi 4.000 anni fa. In realtà il vero nome di questa tipologia di grano è Khorasan, ma nell’immaginario collettivo il nome del brand, Kamut, posseduto, inventato e registrato dalla Kamut International, con sede nel Montana, ha sostituito l’originario nome del prodotto. Un po’ come è successo per la Swatch, o per il Post-it, entrambi nomi di marchi, che sono riusciti a penetrare così a fondo nella mente della gente da sostituire il nome originale della tipologia di prodotto, con il nome del proprio brand. Ciò è stato possibile grazie ad un notevole investimento economico e creativo in marketing.
Nel caso del Kamut però la situazione presenta diverse controversie, di cui è utile aver conoscenza, specialmente qui in Italia, il secondo paese al mondo per consumo di grano Kamut. La Kamut Int., vende il proprio cereale al triplo del prezzo corrente del grano tradizionale ed è l’unica titolare legalmente autorizzata all’utilizzo del marchio registrato Kamut. Il problema sta nel fatto che la maggioranza delle persone identifica il khorasan con il kamut, e di conseguenza compra solo il costoso kamut, che in questo senso opera in un regime di monopolio informativo; dal momento che spesso i prodotti di altre aziende, anche italiane, che producono grano khorasan, presenti negli scaffali dei supermercati, non vengono presi in considerazione in quanto non griffati Kamut.
Sicuramente il grano Khorasan ha ottime proprietà nutritive e probabilmente quello marchiato Kamut sarà uno dei migliori in commercio, ma ciò non toglie che i consumatori debbano essere informati di questa distorsione pubblicitaria e messi nelle condizioni di scegliere cosa comprare il più liberamente possibile.
Il consiglio sempre valido è quindi quello di informarsi dettagliatamente su ciò che si mangia, non fidandosi della pubblicità ne del passaparola, molto spesso influenzato proprio dal marketing, ma di verificare confrontando sempre i prodotti, sono cos’ si può essere consumatori consapevoli e liberi.