Il veleno più dolce, lo zucchero bianco: verità o bufala?
Da una rapida ricerca nel web risulta evidente come la maggioranza dei siti di orientamento “vegan-salutista” sia concorde nel sostenere la dannosità di questo alimento, spesso definito come il peggiore dei mali. Le argomentazioni portate a sostegno di tali posizioni spaziano dall’enfatizzare i terribili metodi di raffinazione a cui lo zucchero viene sottoposto, alle inesistenti proprietà nutrizionali. Talvolta si sostiene addirittura che esso sia nocivo per l’organismo andando a erodere preziosi componenti quali vitamine e sali minerali.
La contraddizione più lampante sta nel fatto che nella stragrande maggioranza di questi articoli si esorta e raccomanda quantomeno l’utilizzo dello zucchero grezzo, che in realtà è estremamente simile a quello raffinato sia in termini di apporto calorico che per quanto riguarda le fasi della lavorazione, mancando nello zucchero grezzo, solamente l’ultima fase di chiarificazione, tramite idrossido di calcio e carboni attivi (quelli usati per purificare l’acqua).
Indubbiamente nello zucchero raffinato sono presenti alcuni elementi non propriamente nutrienti per il nostro organismo, come l’anidride solforosa (introdotta per disinfettare le impurità e che per legge non può superare i 15mg/kg), che tuttavia è presente in quantità molto più importanti in altri alimenti, come il vino, (dove le soglie massime fissate per legge sono di 160mg/l nel vino rosso, 200mg/l in quello bianco), senza che nessuno gridi allo scandalo. Sembra quindi, che ci sia una sorta di globale “fobia da zucchero” che colpisca specialmente certe tipologie di persone, che però non sembra trovare un riscontro scientificamente dimostrato.
Cercando di analizzare lucidamente la questione, sorge il dubbio che lo zucchero venga preso di mira più per il suo peso “politico” (lo sfruttamento dei campi di barbabietole e canne da zucchero può a buon diritto essere considerato un esempio emblematico di neo colonialismo economico-produttivo), che per la sua reale pericolosità nutrizionale; posto che è oramai di dominio pubblico come l’eccessivo consumo di zuccheri, che vengono assimilati all’85% per via indiretta (essendo contenuti in moltissimi alimenti), possa provocare danni anche molto gravi all’organismo.